Recupero dati hard disk e smartphone: come funziona

Gli inconvenienti su un hard disk o uno smartphone possono essere davvero tanti e tradursi nell’impossibilità di accedere ai propri dati. Soprattutto i dispositivi mobili come cellulari e tablet ci accompagnano in ogni dove nella vita quotidiana. Urti, cadute accidentali, ma anche problemi lato software, sono all’ordine del giorno. Ritrovarsi con lo spettro di dover dire addio a foto, chat, documenti di lavoro, può essere un vero dramma. Vediamo dunque come funziona il recupero dei dati professionale.

In caso di emergenza disporre già di un riferimento affidabile fa la differenza. Il centro Recovery File a Roma è specializzato in recupero dati da hard disk, smartphone (Apple e Android), server, table, pendrive e altri supporti di archiviazione.

Quali dati si possono recuperare

Una necessaria premessa. La cancellazione di un dato in genere non avviene in modo diretto. Quando un dato viene eliminato, si libera uno “slot” per far posto al dato successivo. Quindi la cancellazione effettiva avviene quando il dato vecchio viene rimpiazzato dal nuovo. La cancellazione dunque è effettiva per sovrascrizione.

Si tratta di un aspetto importante da conoscere, in quanto moltissimi utenti nella “disperazione” di aver perso i propri dati, si affrettano a scaricare software per il recupero, magari gratuiti e trovati con ricerche superficiali in rete. I rischi di tale prassi sono proprio quelli di sovrascrivere i dati che invece si vorrebbe recuperare.

Fatta questa essenziale premessa, i dati che si possono recuperare in genere sono molto ampi. Tra questi abbiamo (tra hard disk e smartphone):

  • Documenti e file di vario tipo (PDF, Word, Excel, Power Point, ecc.)
  • Registro chiamate
  • Rubrica dei contatti
  • Foto
  • Video
  • Contenuti multimediali di vario genere
  • Email
  • Chat di WhatsApp, Telegram o altre applicazioni di messaggistica
  • Dati relativi ad altre App installate (Apple o Android)

Le cause principali della perdita dei dati

Le cause che possono comportare perdita dei dati sono variegate. Le possiamo raccogliere sotto due grossi insiemi:

  • Problemi lato software: vi rientrano i problemi da errore umano (come le cancellazioni accidentali o le formattazioni non andate a buon fine), ma anche i problemi legati magari a corruzione del file system, o anche all’infezione da virus o malware.
  • Problemi lato hardware: rientrano in questa categoria tutti i danni fisici che i supporti possono subire. Urti, cadute accidentali, allagamento, incendio, schiacciamento, sono tutti venti esterni nefasti che vanno a incidere (anche pesantemente) sulla salute dei vari dispositivi di archiviazione.

Recupero dati: le camere bianche

Quando si parla di recupero dati e file a livello professionale, il riferimento alle camere bianche è d’obbligo. Rese note anche dal cinema e dalle serie TV, le camere bianche sono degli ambienti dove la qualità dell’aria è strettamente monitorata.

Grazie a sistemi di filtri, le camere bianche fanno sì che le delicate operazioni di recupero avvengano in ambienti quasi asettici. I dispositivi di archiviazione si presentano particolarmente delicati e aprirli in un ambiente dove l’aria non è controllata è spesso la strada più veloce per dire addio per sempre a file e dati.

La moderna tecnologia di recupero dati consente di portarlo a termine anche quando ci si trova di fronte a dispositivi con livelli di danneggiamento avanzato (si pensi ad esempio a device che hanno subito effetti di una calamità naturale, come alluvione e terremoto).

Lavorando sui chip di memoria infatti, il recupero dei dati può essere separato, per così dire, dalle condizioni fisiche dell’hard disk o di altro supporto. I dati recuperati poi in genere una volta processati, possono essere trasferiti su un altro supporto e consegnati al possessore, che potrà finalmente tirare un sospiro di sollievo.

Per approfondire le caratteristiche e le classificazioni delle possibili camere bianche, vedere anche la pagina dedicata sull’enciclopedia online Wikipedia.